Pensiamo sempre di conoscere le persone che incontriamo, un po’ per lavoro e un po’ per passione, da tanti anni: come capita a noi per Umberto Scotti.
Cavaliere e addestratore, regista e organizzatore di spettacoli equestri e profondo conoscitore dell’anima equina, dell’etologia dei nostri grandi amici e fondatore del centro ippico Il Branco di Fregene.
Ma soprattutto amico fedele di Alce, 41 anni di un baio imponente, illuminato appena da un calzino bianco al posteriore sinistro e una stellina sdoppiata in fronte.
‘Cavallo da uno, non lo vuol nessuno’, ‘Cavallo da uno, non lo dare a nessuno’: i proverbi possono dire tutto e il contrario di tutto, a volte.

Infatti Alce è stato regalato a Umberto tanti anni fa, non lo volevano più: e lui non lo ha mai fatto andare via, e adesso è parte della sua vita.
“Alce mi fu regalato da un signore qui a Fregene nei primi anni, quando arrivai a creare il centro ippico Il Branco” ci spiega Umberto.
Che continua: “Proveniva dalle corse, un mezzosangue con 3/4 di PSI e aveva fatto le corse in provincia, probabilmente anche corse clandestine. Non riuscivano assolutamente a gestirlo quindi me lo regalarono: io, convinto all’epoca di poter essere un grande mago di cavalli, lo presi”.
‘Io ti salverò’, insomma.
“Esatto: ero convinto di poterlo poi usare per la scuola ma era impossibile, Alce era intrattabile, ingovernabile, potevo montarlo solo io. Poi – e se non ricordo male proprio leggendo Cavallo Magazine – ho conosciuto Bino Gentili“.
Bino Jacopo Gentili, che con Maria Franchini è stato il promulgatore di quell ache hanno chiamato ‘equietologia’.
“Lui: un personaggio particolarissimo, ma comunque un grande horseman che mi ha aperto il mondo della dell’addestramento naturale, della psicologia dei cavalli. Dopodiché ho conosciuto, direttamente e indirettamente, tutti i grandi addestratori che venivano dall’America. E Alce è stato il cavallo con cui ho fatto tante, tantissime dimostrazioni di horsemanship: a Roma in Piazza del Popolo, a casa di Mogol, è stato il protagonista di tanti incontri di team building“.
E’ cambiato negli anni?
“Ha sempre il suo carattere: ma è tranquillo, può girare liberamente tra le persone e in maneggio, entra in ufficio, fa quello che gli pare. Ed è giusto così: lui è il decano del maneggio, il patriarca e precurose di tutti quelli che sono poi diventati i miei cavalli”.
Libero, sempre Alce: ma in pace col mondo, grazie a Umberto che non lo ha lasciato mai.

